martedì 13 settembre 2011

Dopo una mail così perfetta

Dopo una mail così perfetta e compiuta ho dovuto far trascorrere alcuni giorni, che forse non saranno stati di completo silenzio perché io e lei continuavamo comunque a sentirci via sms, o addirittura al telefono, intessendo della nostra presenza la vita dell'altro costantemente ma non invasivamente. Solo quando ho sentito di poter ricominciare a scriverle senza essere travolto dall'insopprimibile desiderio (o destino) di masturbarmi non appena i polpastrelli sfioravano la tastiera, ho ricominciato:


Riemergo a lavoraccio appena finito e a vita sessuale, e possibilmente non solo, ricominciata. Domenica pomeriggio ho interrotto l'astinenza con la Fidanzata scopandomela sul divano in soggiorno; ieri sera, dopo avere visto un film con lei, me la sono scopata sul suo letto in maniera più tradizionalmente coniugale e stamattina, prima di andare al lavoro, quando è venuta a darmi il bacio del buongiorno me lo sono tirato fuori e gliel'ho messo in mano finché non mi ha fatto venire - stringendomi da dietro di fronte a uno specchio. Infatti ho lavorato in maniera molto rilassata. Domenica soprattutto abbiamo rifatto una cosa che non azzardavamo da sei mesi: mi sono steso nudo sul pavimento e lei, in intimo e scarpe bianche col tacco alto, mi ha dato i suoi piedi da osservare e leccare prima di venirne schiacciato. Poi, quando ha visto che era durissimo, c'è saslita sopra fino a che non sono venuto. E' un gioco che ci concediamo di rado, visto che sessualmente abbiamo una chiara gerarchia in cui io domino e lei subisce, io comando e lei ubbidisce, io decido quando deve aprirsi e lei si adegua; ma lo facciamo come deliberato capovolgimento, e mi ha detto che la eccita l'idea di essere costretta a dominarmi. Ieri era con me a una conferenza e indossava un abito nero aderente, con sotto autoreggenti e mutandine che - appena rientrati a casa - sono volate via. Mi ha promesso che alla prossima conferenza non se le metterà; si ricorda ancora della volta in cui l'ho fatta venire da casa sua a casa mia nuda sotto un vestito estivo leggerissimo, ed era arrivata bagnatissima. In tutto questo, fra sogni e pensieri, mi sono reso conto che in ogni mio orgasmo c'è un tuo ricciolo, non importa se sono da solo o con la Fidanzata o con un amante o in un'orgia. Poiché sei stata la donna che mi ha fatto godere per prima e meglio, un attimo prima dello schizzo è come se la tua immagine si sovrapponese alla realtà e la tua mano mi stringesse il cazzo in ogni possibile contesto. Per questo ogni giorno, continuamente, io ti contemplo e godo come desideri: non posso farne a meno. Spero che abbia goduto anche tu a P*** , spero di esserti venuto in mente nelle tue onde di piacere.

Lei:
Mi lusinga sapere che un po' mi senti durante i tuoi orgasmi lontano dalle mie mani. Io sono gia' rientrata, ma mentre passeggiavo per P*** mi chiedevo in quale angolo mi avresti inchiodata, quale parte di citta', di centro, di vicolo ti saresti scelto come scenografia dei tuoi feticismi sul mio corpo. La mia e' stata una rapida incursione ma con alcuni momenti decisamente meritevoli. Primo fra tutti quello in bagno: entro per fare pipi' e il Fidanzato si intrufola quasi di prepotenza chiudendo dietro di se' la porta che ci separa da un breve corridoio, quindi dalla cucina dove sua madre sta finendo di cucinare, suo padre e' in giro per casa. Mi osserva mentre sono seduta sulla tazza, mi fa alzare quasi a forza e mi gira. Con la faccia al muro in quel momento le piastrelle del bagno sono tutto il mio universo, mi apre furente, a fatica trattengo un gemito che e' sorpresa, godimento e una strana sensazione, sottomissione mista a consapevolezza. Gode come un forsennato poi si stacca, esce mentre io sono ancora appoggiata al muro, sgualcita, mutandine e pantaloni alle caviglie. Controllo di non avere segni sul viso, tiro lo sciacquone e raggiungo gli altri pronta per la cena.

Io:
Ho molto amato l'incursione in bagno del Fidanzato, che mi ha permesso di vederti sovrapposta ai corridoi e ai bagni che conosco io e di sentirmi nello stomaco l'emozione di venire scoperto insieme a voi, da questi genitori sconosciuti di un uomo che per me è ancora sconosciuto se non per i tuoi racconti: e del quale non conosco il volto ma so soltanto che gli viene duro quando siete nudi in spiaggia, che guarda porno in abbondanza ma non con te e che ti fa godere come meriti ma non (poiché non è sovrumano, credo) quanto desideri. Il suo cazzo fa ormai parte dei miei pensieri e delle mie fantasie. Mi rende geloso quando voglio che tu sia mia ma mi sembra di venire beneficiato da lui, benché indirettamente, quando riesco a cogliere uno spiraglio sulla vostra intimità e mi accorgo che, mentre lui ti sbatte al muro, un tuo sguardo fugace cerca la mia testimonianza dell'atto. E' come essere lì. E' come se lui avendoti ti sottraesse a me ma io potessi averti un po' di più solo quando lui ti ha; ed entrambe le sensazioni cooperano a un'eccitazione appuntita, che mi fa battere il cuore e mi rinsecchisce la gola. La scena del bagno - quest'irruzione del suo cazzo e dei miei occhi nella tranquilla quotidianità di famiglia - mi ha fatto venire voglia, rimpianto quasi, di una vita in cui il sesso permei ogni angolo dell'esistenza e si provi la felicità piena, orgiastica, di fare tutto con tutti. Ma questa, come ogni felicità, è irraggiungibile e temo esista solo nell'immaginazione. Il Fidanzato che ti monta in bagno mentre sua madre sfaccenda in cucina mi ha ricordato, con salto logico notevole ma in cui forse mi seguirai, un video che avevo visto con la mia Ex. A lei piacevano oltremodo i video omo e bi, a me molto meno ma mi adeguavo di tanto in tanto perché le facevano proprio perdere il controllo, li guardava e ne parlava con la sua migliore amica che ne era proprio maniaca. Questo mi era piaciuto. Iniziava con vari passeggeri - singoli e a coppie, etero e omo, ma tutti giovani e di bellezza impeccabile - che salivano a bordo di un volo intercontinentale. Di notte, un lui e una lei approfittavano per sgattaiolare in bagno e lì iniziavano a scopare. Mentre erano nudi, la porta si apriva e un maschio li sorprendeva; lei, senza perdersi d'animo, gli proponeva di unirsi a loro su dei sedili liberi e lì cadeva ogni tabù: lei succhiava loro, loro si toccavano a vicenda, lei leccava il culo di uno che leccava il culo dell'altro, insomma tutte le combinazioni possibili con gran spargimento di sborra alla fine. Ed era l'inizio di una deregulation sessuale onnicomprensiva: i due piloti (maschi) nel segreto della cabina di guida; due hostess (femmine) nel cargo; una passeggera che si era svegliata con un passeggero che guardandola dormire se l'era tirato fuori; uno che lo succhia a un altro e viene interrotto dall'arrivo di una hostess che si mette a succhiare entrambi; e così via. Immagina l'orgia vera, perfetta, in cui non si ha paura di nessun atto e in cui basta uno sguardo a esprimere voglie inconfessate da anni. Basta mostrare il cazzo o aprire le gambe davanti a uno o una che ti piace per poterlo avere senza freni. Immagina la coppia che era in bagno che torna sui sedili, gravata dall'imbarazzo della propria marachella, e dietro la tenda blu trova un groviglio di una decina di corpi, sporchi di succhi vaginali e di sperma, sfiniti da un orgasmo collettivo all'ennesima potenza e intenti a baciarsi e leccarsi senza distinzione di identità corporea. Stamattina, ricordandolo, sono andato a cercare questo video colossale, un film di un'ora e mezza, e me lo sono guardato in santa pace. Ho goduto tantissimo immaginando che mi spiassi.

Lei: 
E' vero spesso sono lì, acquattata a spiarti cercando un lampo fugace nei tuoi gesti, nel tuo sguardo, quella scintilla che va ben oltre il piacere contingente. Lo riconosco perché è lo stesso bagliore che per un istante mi sorprende quando io stessa godo lontana da te e mi è piaciuta la tua descrizione, la sensazione di non avermi e potere al contempo arrivarmi vicinissimo ma solo nel momento in cui appartengo a un altro. Ed e' vero anche che desidero sempre molto, forse troppo, continuamente voglio tutto, voglio di più, voglio anche ciò che non esiste purchè sia totalizzante, assoluto e mi faccia sentire completamente assorbita; perché le cose cose trattenute e elargite stancamente mi danno solo l'insipido sapore di un ché uscito male, non goduto appieno, vano. In realtà è questo stesso desiderio mai del tutto appagato che ogni tanto brucia e mi rende un po' malinconica e astiosa, una belva che ha saltato il pasto.

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