In questi giorni di pigra masturbazione al caldo in cui alla rapida sega in bagno ne segue una più meditata di fronte a un video porno, la lettura quotidiana di una vecchia mail della mia dea, padrona e puttana aiuta a scandire le giornate. In quella che ho riletto oggi diceva, fra le altre cose: "Non pensavo che mi considerassi così perversa ma me ne compiaccio". Rileggere ora questa frase, dopo che ci siamo confessati tutto, fa quasi tenerezza. All'epoca invece mi ero contenuto e avevo preferito risponderle riguardo alla questione del reciproco esibizionismo delle nostre idee che aveva sollevato notando che, un decennio dopo esserci lasciati, non riucivamo a pensare porcate senza eccitarci all'idea di raccontarcele a vicenda:
Per l'esibizionismo c'è sempre tempo, l'importante è fondarlo sulla compicità privata. Complicità che in generale ritengo molto difficile a crerasi fra me e una donna, ecco perché i miei rapporti con fidanzate o amichette generalmente non durano o se durano mi soddisfano poco. Mi pare talvolta che pochissime persone abbiano una sessualità all'altezza della mia; e ribadisco che non le pongo sullo stesso livello ma ritengo che la mia sia superiore e la loro più banale, volgare, quasi offensiva specie quando la imperniano completamente sul sentimento e sul sentimentalismo. A me una che vuol venire a letto con me solo perché mi ama fa l'impressione di uno che vuole mangiare solo per lavarsi i denti. Come faccio a non ritenerti perversa? Ti parrà incredibile o retorico ma la tua perversione mi sembra talmente concreta da poterla quasi toccare da qui, a mille km e dieci anni di distanza.
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